La storia

Leopoldo Montini nacque a Campodipietra (CB) il 22 febbraio 1894 da Antonio ed Elvira Panichelli. Compì gli studi elementari sotto la guida del padre, maestro, e gli studi ginnasiali presso il Convitto nazionale “Mario Pagano” di Campobasso.

Si iscrisse, in seguito, al Liceo “Giannone” di Benevento, dove conseguì la maturità con dispensa a sostenere gli esami per l’altissima media dei voti riportati durante la frequenza delle classi del liceo. Affascinato dalla carriera militare, si arruolò quale allievo ufficiale di complemento nel XV Reggimento fanteria della Brigata “Savona” e, il 15 marzo 1914, venne nominato sottotenente di complemento e destinato al XIV Reggimento fanteria “Pinerolo” di stanza a Foggia.

Qui, nonostante la giovane età, si distinse in numerosi e delicati incarichi per la tutela dell’ordine pubblico. Il 13 gennaio 1915, alle ore 7:48, si verificò il terremoto della Marsica, in Abruzzo, con epicentro la valle del Fucino, vicino ad Avezzano, ma provocò danni anche nel Lazio meridionale. Tale terremoto ebbe magnitudo 7 e fu dell’XI grado della scala Mercalli. I morti furono ben 30.000.In questa occasione, Leopoldo Montini fu inviato con il suo Reggimento per portare aiuto alle popolazioni colpite dal disastroso sisma.

Durante tali operazioni si distinse per la sua carica umana. Dopo aver partecipato al concorso per il passaggio al servizio permanente effettivo, fu destinato al XIII Reggimento Fanteria già schierato sulla sinistra del Tagliamento ed assegnato all’VIII Compagnia del II Battaglione. Qui, per temerarietà e capacità, si distinse in molte operazioni per le quali gli venne proposta l’assegnazione della medaglia d’argento al valor militare. Il 18 luglio 1915, all’inizio della battaglia sull’Isonzo, la XIV Divisione ebbe l’ordine di attaccare, da sud di Monte Sei Busi (Gorizia) e di attestarsi nei trinceramenti di Vermigliano e di Selz. La Divisione, partita all’attacco, provò più volte ad avanzare, ma presto dovette fermarsi, a quota 118, per la forte resistenza nemica, che si opponeva con violente scariche di mitraglia.

Il sottotenente Leopoldo Montini si offrì volontariamente per un’azione diretta ad aprire i varchi nel reticolato nemico, provando più volte l’impresa. Alla fine, fatto segno a vivo fuoco di artiglieria e di mitragliatrici, sfidò il nemico scimmiottandolo per attirare su di sé la furia in modo che i suoi arditi riuscissero nell’intento, nonostante l’invito dei compagni a sottrarsi a tanto ardire. Colpito a morte nell’eroico tentativo, cadde da eroe il 18 luglio 1915. Il 1 luglio 1916 venne conferita la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: “Per ben sei giorni consecutivi guidò, volontariamente, gli uomini incaricati di distruggere, con tubi esplosivi, i reticolati nemici, riuscendo nell’intento. Successivamente, persistendo ancora nella rischiosa impresa, cadde colpito a morte. Monte Sei Busi, 18 luglio 1915″.

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